Le F.A.Q. di  www.cacciaconlarco.it

 

LE REGOLE PER LA CACCIA
CON L’ARCO IN ITALIA
( come dove e quando)

D: Come è regolata la caccia con l’arco in italia?

D: Quindi si può cacciare liberamente su tutto il territorio nazionale?

D: Come faccio a sapere se la mia regione consente la caccia con l’arco?

D:  Che documenti devo avere per cacciare con l’arco in Italia?

D: Come faccio per conseguire la licenza di caccia

D: Anni fa ero obiettore di coscienza e l’arco mi interessa perché non è un’arma da fuoco. Posso avere la licenza di caccia?

D: Nelle Aziende Faunistico Venatorie posso cacciare con l’arco senza avere la licenza di caccia?

D: Quali specie di selvaggina posso cacciare con l’arco in Italia in genere e più specificamente nella mia regione?

D: Ma quali sono attualmente le specie cacciabili con l’arco in Italia?

D: Sono affascinato dalla caccia con l'arco ma non sono cacciatore e non so tirare con l'arco. Come posso fare?

D: Sono un cacciatore tradizionale e vorrei avvicinarmi alla caccia con l’arco; da dove devo cominciare?

D: Una volta fatto il corso posso andare a caccia?

D: Quanto tempo mi serve per poter raggiungere una buona padronanza dell’arco?

 

LA CACCIA CON L’ARCO ALL’ESTERO

D: Vorrei andare a caccia all’estero. In quali paesi è possibile?

D:  Che documenti mi servono per cacciare con l’arco all’estero?

 

L’ARCO, LE FRECCE E L’ATTREZZATURA IN GENERE

D: So che esistono vari tipi di arco ma i principali sono quello tradizionale e quello compound. Quale dei due archi è meglio usare?

D: Quindi si possono utilizzare in modi diversi?

D: Un esempio?

D: E il ricurvo?

D: Meglio il compound o il ricurvo?

D: Che libbraggio devo usare per la caccia agli ungulati?

D: Non mi è chiaro l’influenza della punta e della freccia?

D: Un esempio?

D: Quali frecce sono consigliate nella caccia con l’arco

D: E’ vero che il carbonio può “inquinare” la carne della preda abbattuta

D: Perché non posso usare le frecce in legno con il compound   

D: Voglio andare a caccia di selvaggina minore quali lepre e fagiano. Che punte devo usare?

D: E se voglio andare a caccia di ungulati che punte devo usare?  

D: E' importante l'affilatura delle lame?     

 

LE PREDE, IL TIRO, GLI EFFETTI DELLA FRECCIA
E ALTRE COSE

D: Spesso si sente mettere in dubbio l’efficacia su di un ungulato di una freccia equipaggiata con lame.

D: A quale parte del corpo devo mirare  per tirare ad un ungulato?

D: E’ consigliato il tiro in movimento?

D: Quindi è da evitare la battuta al cinghiale?

D. Quindi che tipo di caccia posso praticare?

D: E’ pericolosa la caccia con l’arco?

D: Ad esempio?

D: L’animale colpito cade sempre sul posto?

D: Quindi l’animale che fugge ferito soffre?

D: Quanti metri può percorrere l’animale colpito a morte?

D: La freccia deve attraversare completamente l’animale?

D: E se tiro ad un grosso ungulato? La freccia riesce ad attraversarlo?

D: Le ossa costituiscono un ostacolo per un tiro cuore-polmoni?

D: Cosa vuole dire "di 3/4 posteriore"

D: E tirare alla testa o entrare dallo sterno o dallo specchio anale?

D: E se tiro ad un animale e lo ferisco?

D: Ho ferito un animale e non l'ho più trovato. Mi sento a disagio.

D: Quindi esistono sempre delle condizioni da rispettare?

 

LE REGOLE PER LA CACCIA
CON L'ARCO IN ITALIA
( come dove e quando)

D: Come è regolata la caccia con l’arco in italia?

R: La caccia con l’arco in Italia è regolata dalla legge nazionale n.157 del 1992 la quale, all’art.13, consente l’uso dell’arco come strumento di caccia su tutto il territorio italiano.

D: Quindi si può cacciare liberamente su tutto il territorio nazionale?

R: No. Alle regioni viene attribuito la possibilità  di regolamentare ulteriormente la legge nazionale, attribuendo alle stesse il potere  di limitare in tutto o in parte le disposizioni della legge nazionale

D: Come faccio a sapere se la mia regione consente la caccia con l’arco?

R: Attualmente (aprile 2009) tutte le regione consentono la caccia con l’arco ad esclusione di tre regioni a statuto speciale Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Sardegna e due regioni a statuto ordinario Piemonte ed Emilia Romagna. E’ comunque sufficiente consultare la propria legge regionale per verificare quali siano i mezzi consentiti per la caccia.

D:  Che documenti devo avere per cacciare con l’arco in Italia?

R: Ai soli fini del rilascio dell’autorizzazione la normativa nazionale equipara l’arco alle armi da fuoco per cui occorre avere la licenza per il porto di fucile da caccia e avere assolto al pagamento delle tasse di concessione governativa previste dal  regolamento nazionale e regionale.

D: Come faccio per conseguire la licenza di caccia

R: Per conseguire la licenza di caccia rivolgiti ad una delle tante associazioni presenti nella provincia di residenza  quali Federcaccia, ArciCaccia, Italcaccia, Libera Caccia che periodicamente organizzano corsi per il conseguimento della licenza di caccia.

D: Anni fa ero obiettore di coscienza e l’arco mi interessa perché non è un’arma da fuoco. Posso avere la licenza di caccia?

R: Si. La normativa è stata modificata recentemente per cui ora, anche gli obiettori di coscienza possono conseguire senza problemi la licenza di caccia.

D: Nelle Aziende Faunistico Venatorie posso cacciare con l’arco senza avere la licenza di caccia?

R: No! Nel modo più assoluto. Le aziende faunistico venatorie non rappresentano delle zone franche e sono soggette alle stesse regole previste per il territorio libero per cui licenza di caccia obbligatoria e regolare assolvimento delle tasse.


D: Quali specie di selvaggina posso cacciare con l’arco in Italia in genere e più specificamente nella mia regione?

R: Per sapere cosa è possibile cacciare nella propria regione occorre  in primo luogo consultare il calendario venatorio regionale e successivamente il calendario venatorio della provincia interessata. Le provincie, così come avviene già per le regioni possono ulteriormente regolamentare la disciplina limitando la caccia per specie, periodi, tipologia o mezzi consentiti.

D: Ma quali sono attualmente le specie cacciabili con l’arco in Italia?

R: ad oggi (aprile 2009) nelle regioni in cui è consentito l’uso dell’arco, è consentita la caccia alla selvaggina stanziale; la caccia agli ungulati  viene regolamentata in modo autonomo dalle singole  leggi regionali e in seconda battuta da appositi regolamenti provinciale i quali possono limitare o vietare l’uso dell’arco su determinate specie.

D: Sono affascinato dalla caccia con l'arco ma non sono cacciatore e non so tirare con l'arco. Come posso fare?

R: Occorrerà fare un doppio percorso: in primo luogo occorre contattare una compagnia di tiro con l'arco della F.I.A.R.C. Federazione Italiana Arcieri tiro di Campagna www.fiarc.it (una delle due federazioni di tiro con l’arco attualmente esistenti in Italia, la quale pratica un tipo di tiro che più si avvicina al tiro venatorio) che sia vicina alla tua residenza e contemporaneamente iscriverti ad un corso per il conseguimento della licenza di caccia. Dotandosi di una certa costanza, sopratutto per quanto riguarda l'apprendimento del tiro con l'arco, nel giro di 12 mesi si può essere pronti per andare a caccia.

D: Sono un cacciatore tradizionale e vorrei avvicinarmi alla caccia con l’arco; da dove devo cominciare

R: Se sei un cacciatore, allora sei già in possesso della licenza di caccia per cui devi unicamente apprendere la tecnica di tiro; per fare questo devi frequentare un corso base per il tiro con l’arco che puoi fare contattando una compagnia di tiro esistente nella provincia di residenza o più prossima  della F.I.A.R.C. Federazione Italiana Arcieri tiro di Campagna www.fiarc.it (una delle due federazioni di tiro con l’arco attualmente esistenti in Italia, la quale pratica un tipo di tiro che più si avvicina al tiro venatorio)

D: Una volta fatto il corso posso andare a caccia?

R: Teoricamente si. Praticamente no. Ti consiglio di allenarti intensamente tirando regolarmente presso il campo di tiro della  tua nuova compagnia  per arrivare ad avere una buona padronanza dell’attrezzo che userai a caccia.

 

D: Quanto tempo mi serve per poter raggiungere una buona padronanza dell’arco?

R: Il tempo necessario è soggettivo perché non tutti apprendono allo stesso modo e ciò dipende in base al tempo che ognuno ha a  disposizione ed oggettivo in quanto dipende dalla tipologia di arco che verrà usato. Però da 6 mesi a 12 mesi si possono ottenere dei risultanti molto soddisfacenti e tali da poter pianificare una prima esperienza di caccia. 

 

 

LA CACCIA CON L’ARCO ALL’ESTERO

 D: Vorrei andare a caccia all’estero. In quali paesi è possibile?

R: In Europa sono pochi i  paesi che consentono la caccia con l’arco in territorio libero: Francia, Spagna, Ungheria, Bulgaria e Danimarca lo consentono.
Altri paesi ex Jugoslavia tra i  quali Croazia, Slovenia e Serbia-Montenegro  consentono la caccia con l’arco  unicamente in zone appositamente recintate.
Al di fuori dell’Europa è consentita la caccia negli USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, alcuni  stati africani tra i quali Sud-Africa, Namibia, Botswana, Tanzania ecc..

D:  Che documenti mi servono per cacciare con l’arco all’estero?

R: Ogni paese ha una propria legislazione. Fermo restando l’acquisto del permesso di caccia locale, di solito è sufficiente la licenza di caccia italiana con qualche eccezione quali alcuni stati USA e regioni del Canada che richiedono una certificazione sull’uso dell’arco o la Francia che per permessi di caccia particolarmente lunghi richiede l’effettuazione di una giornata obbligatoria di formazione.

 

L’ARCO, LE FRECCE E L’ATTREZZATURA IN GENERE

 

D: So che esistono vari tipi di arco ma i principali sono quello tradizionale e quello compound. Quale dei due archi è meglio usare?

R: Non esiste un arco migliore di un altro perché è l’uso che se ne vuole fare che determina le differenze nell’utilizzo

D: Quindi si possono utilizzare in modi diversi?

R: Come già detto entrambi gli archi sono validi, però sono le caratteristiche costruttive di ciascuno che fanno si che ognuno si adatti meglio ad uno specifico utilizzo rispetto all’altro.

D: Un esempio?

R: Il compound è l’arco tecnologico per eccellenza; adatto per la caccia di appostamento, capace di immagazzinare una grande energia, completato con il mirino, consente di scagliare frecce fino a distanza doppie rispetto all’arco tradizionale con una precisione assoluta; ma per avere queste caratteristiche occorre avere anche peso e  rumorosità.

D: E il ricurvo?

R: Il ricurvo è leggero e silenzioso. Adatto per la caccia di avvicinamento non è particolarmente maneggevole in quanto solitamente ha dimensioni maggiori del compound; consente una azione di tiro molto più rapida rispetto al compound ma poiché non è possibile l’uso del mirino è adatto per tiri ravvicinati non oltre i 15 metri (prudenziali)

D: Meglio il compound o il ricurvo?

R: se dovessimo fare un paragone tecnico con le armi da fuoco potremmo dire che il ricurvo sta all’avancarica come il compound sta alla carabina con ottica di precisione. Ma sappiamo bene che entrambi, se usati nel dovuto modo sono micidiali.
Pertanto a fare la differenza non è il tipo di arma che viene usata ma l’etica dell’utilizzatore accompagnata dalla conoscenza dei limiti  oggettivi di entrambi gli attrezzi.

D: Che libbraggio devo usare per la caccia agli ungulati?

R: Il libbraggio di per se non è significativo; l’arco che si utilizza è infatti solo un semplice componente di un sistema  che assieme alla freccia e al tipo di punta, creano un strumento di efficacia assoluta per la caccia. E’ consigliabile comunque usare non meno di 40 libbre.

D: Non mi è chiaro l’influenza della punta e della freccia?

R: Come detto in precedenza, i fattori principali in un arco usato per la caccia sono il libbraggio, il peso dell’asta e la forma della punta. Tutti e tre gli elementi sono collegati tra loro di modo che al variare del peso della freccia, del libbraggio dell’arco e della forma della punta, si creano situazioni svantaggiose o vantaggiose in base alle combinazioni usate. Ma esiste una regola generale nel sistema arco freccia che fa si che quando si  aumenta qualcosa si perde qualcos’altro.

D: Un esempio?

R: Una punta da caccia, a parità di peso  può avere due, tre o più lame.  Se  aumentiamo le lame per avere una maggiore superficie di taglio contemporaneamente  diminuiamo la penetrazione per effetto del maggior attrito.
Parimenti  aumentando il libbraggio per cercare più velocità saremo obbligati a cercare una freccia più pesante riducendo di molto il risultato che volevamo ottenere il risultato.

D: Quali frecce sono consigliate nella caccia con l’arco

R: La risposta segue le stesse regole della scelta dell’arco; il mercato offre tre materiali e cioè carbonio, alluminio e legno. Con l’arco compound si possono usare sia il carbonio che l’alluminio mentre con l’arco tradizionale si possono usare tutti e tre i materiali. 

D: E’ vero che il carbonio può “inquinare” la carne della preda abbattuta

R: Le prime aste di carbonio erano costruite con fasci di fibre longitudinali le quali nei rari casi in cui si spezzavano, si aprivano a mazzo rilasciando minuscole fibre di carbonio le quali se ingerite dall’utilizzatore della carne potevano creare qualche problema. Le moderne frecce in carbonio , oltre ad aver raggiunto un livello di elasticità tale da potersi piegare con angoli superiori ai 90° in caso di rottura si spezzano di netto senza rilasciare alcun tipo di filamento.

D: Perché non posso usare le frecce in legno con il compound   

R: Diciamo che ne è altamente sconsigliato l’uso in quanto il compound scarica sulla freccia in modo repentino l’energia accumulata durante la trazione a differenza dell’arco tradizionale dove l’energia si riversa sulla freccia in modo più progressivo; per una freccia in legno una spinta violenta può provocare una rottura della freccia in uscita con probabili seri danni all’arciere.

D: Voglio andare a caccia di selvaggina minore quali lepre e fagiano. Che punte devo usare?

R: contrariamente a quanto, per mera disinformazione si crede, questi animali anche se piccoli sono dotati di una struttura fisica che a certe condizioni li fa rendere particolarmente resistenti all’impatto con un corpo in movimento. E’ usanza comune pensare che delle punte che provochino un forte trauma all’impatto siano sufficienti per uccidere l’animale ma non c’è nulla  di più sbagliato in questa credenza. E’ invece opportuno usare sempre delle lame affilate, magari non di qualità ma sempre e in ogni caso lame.

D: E se voglio andare a caccia di ungulati che punte devo usare?       

R: la scelta della punta costituisce da sempre un fatto molto personale.Fermo restando l’efficacia di tutte le punte attualmente in commercio si può dire che una due lame ha più penetrazione rispetto alla tre o più lame per contro però una tre lame produce una ferita particolarmente ampia rispetto al semplice taglio “ad asola” della due lame.

D: E' importante l'affilatura delle lame?

R: assolutamente si. E' proprio grazie alla lama affilata che la freccia riesce a compiere il lavoro per cui è concepita. Spesso, per motivi economici si tende a sottovalutare questo particolare che invece è assolutametne indispensabile e si preferisce usare lame "già usate" non riaffilate.
Non c'è nulla di più sbagliato.

 

 

LE PREDE, IL TIRO, GLI EFFETTI DELLA FRECCIA E ALTRE COSE

D: Spesso si sente mettere in dubbio l’efficacia su di un ungulato di una freccia equipaggiata con lame.

R: La mancanza di conoscenza genera dei pregiudizi senza fondamento; una freccia ben piazzata produce gli stessi risultati finali e sicuramente meno cruenti  di un  tiro con una carabina di precisione.

D: A quale parte del corpo devo mirare  per tirare ad un ungulato?

R:Esiste una sola zona in cui indirizzare la freccia, cioè la zona cuore-polmoni Un tiro piazzato in quella zona produrrà  un decesso dell’animale colpito in tempi  rapidissimi.

D: E’ consigliato il tiro in movimento?

R: Assolutamente no! Il tiro in movimento è quanto di più deleterio e scarsamente etico possa esistere per un cacciatore con l’arco che si vuole definire “responsabile”.L’uso dell’arco presuppone sempre un tiro ad animale fermo.  

D: Quindi è da evitare la battuta al cinghiale?

R: Come principio assoluto no. Sta nella serietà del cacciatore evitare di fare tiri ad animali in movimento, cosa che nella battuta è abbastanza difficile.

D. Quindi che tipo di caccia posso praticare?

R: La caccia con l’arco moderna nasce principalmente come caccia da appostamento o alla cerca; la caccia da appostamento può essere effettuata da terra o da sopra un albero.

D: E’ pericolosa la caccia con l’arco?

R: No. Nel modo più assoluto. Però come tutte le discipline sportive necessita di alcune regole di sicurezza valide per se stessi e, le persone che ci circondano

D: Ad esempio?

R: Mai tirare frecce senza avere la esatta percezione di dove andranno a cadere – evitare i cosiddetti”tiri al volo” anche se si usano le  frecce speciali a rallentamento progressivo (flou-flou)-se si caccia dall’albero usare le cinghie di sicurezza.

D: L’animale colpito cade sempre sul posto?

R: Nella caccia con l’arco questo non avviene MAI perché la freccia è priva del potere di arresto che ha il proiettile per fermare  entro pochi metri l’animale.

D: Quindi l’animale che fugge ferito soffre?

R: Questo è un argomento molto delicato; a differenza del proiettile che può provocare ferite cosiddette a vasta cavitazione la ferita da taglio non provoca effetti  dolorosi sull’animale; la morte sopraggiunge in tempi brevissimi  per ipossia (mancanza di ossigenazione al cervello) con conseguente arresto cardiaco o per dissanguamento.E’ evidente che una ferita è sempre dolorosa ma nulla di paragonabile ad altri tipi di ferite quali quelle da armi da caccia.

D: Quanti metri può percorrere l’animale colpito a morte?

R: Più che in metri si può esprimere un giudizio in secondi nei quali l’animale riesce ad  allontanarsi sulle proprie gambe prima di collassare a terra; solitamente il tempo può andare da una decina di secondi a un minuto e oltre ma questo dipende molto dal tipo di animale cacciato e dalle condizioni fisiche dello stesso  nel momento in cui viene colpito.

D: La freccia deve attraversare completamente l’animale?

R: Non è necessario anche se è preferibile. Un tiro cosiddetto “passante” provoca  un sanguinamento  abbondante e una traccia più  facile da seguire.

D: E se tiro ad un grosso ungulato? La freccia riesce ad attraversarlo?

R: Sicuramente. Una freccia a certe condizioni di peso della freccia, punta e libbraggio può attraversare tranquillamente un animale del peso di 200/300kg .

D: Le ossa costituiscono un ostacolo per un tiro cuore-polmoni?

R: Dipende dal tipo di ossa che incontra la freccia nel suo passaggio. E’ proprio per questo motivo che viene preferito il tiro cuore-polmoni con l’animale cosiddetto “di sagoma” o "di ¾ posteriore", cioè per evitare il contatto con le grandi ossa quali scapole, vertebre, femori ecc..ecc..
Le costole, a determinate condizioni  non rappresentano un problema.

D: Cosa vuole dire "di 3/4 posteriore"

R: Per "3/4 posteriore" si intende la vista dell'animale da un punto leggermente arretrato lateralmente rispetto alla sua sagoma

D: E tirare alla testa o entrare dallo sterno o dallo specchio anale?

R: Siamo cacciatori con l'arco e non macellai; queste cose lasciamole fare a chi non ha un minimo di senso etico.

D: E se tiro ad un animale e lo ferisco?

R: Il ferimento, purtroppo fa parte del rito della caccia e prescinde dall'arma che viene usata; nello specifico della caccia con l'arco dove la componente umana gioca un ruolo importantissimo, è una cosa possibile. Ogni cacciatore sa che può avere l'ausilio del cane da traccia per tentare il recupero del capo ferito e in ogni caso deve fare tutto ciò che sia nelle sue possibilità per completare il recupero.

D: Ho ferito un animale e non l'ho più trovato. Mi sento a disagio.

R: E' assolutamente comprensibile. Però ogni errore deve essere occasione per delle riflessioni. Occorre fare una analisi serena e accurata della condizione di tiro, verificare tutte le variabili che hanno contribuito a generare l'errore, capirne le cause e cercare di migliorarsi.

D: Quindi esistono sempre delle condizioni da rispettare?

R: Certo. Come in tutte le discipline anche nella caccia con l’arco non occorre avere la presunzione di poter usare qualsiasi cosa su qualsiasi animale; come avviene per la caccia con l’arma da fuoco, anche l’arco ha le sue regole:  pesi, frecce, punte, libbraggi, archi tutto deve essere finalizzato ad ottenere uno strumento adeguato all’animale che si vuole cacciare.    L’osservazione di queste regole minime contribuirà a far diventare il cacciatore con l’arco un “cacciatore responsabile”.